La storia del congresso di SICP – Società Italiana di Cure Palliative, quest’anno alla sua trentesima edizione, ha inizio a Rapallo. Era il 1988, la Società Italiana di Cure Palliative era nata da poco meno di due anni e circa duecento professionisti provenienti da tutta Italia si ritrovarono a condividere giornate di approfondimento su temi finora ascoltati per lo più soltanto in contesti internazionali. Si racconta che si respirava aria di grande fermento, emozione mista a cautela, suggestioni di grande visione. L’anno successivo, a Milano, i partecipanti al congresso SICP erano più che triplicati.
La storia prosegue, allargando sempre di più la platea e i contenuti e tracciando una linea che percorre idealmente tutto il Paese, con un passaggio in modalità virtuale nel 2020 forzato dalla pandemia. È un percorso che parte dalle origini, quelle tracciate da Cicely Saunders in Inghilterra dagli anni Sessanta, con la creazione di una medicina rivoluzionaria e autentica a garanzia della dignità dei sofferenti e dei morenti in grado di guardare le persone nella loro interezza e diversità.
È la tutela della dignità, infatti, il nucleo fondante ancora oggi delle Cure Palliative moderne e proprio dignità è una delle due parole scelte per il titolo e fil rouge del trentesimo congresso SICP.
Accanto ad essa, un termine che caratterizza il nostro presente sia in ambito socio-demografico, sia clinico, che esistenziale e relazionale, dentro cui abbiamo imparato negli anni a stare nella maniera più competente possibile: la complessità. Eccolo il fil rouge 2023: dignità.complessità@sicp30, che sono il nostro corredo genetico e la nostra ambizione, quello di cui siamo fatti e di cui dobbiamo occuparci; meglio se all’interno di una società scientifica che il titolo di questo congresso immagina come un grande contenitore, che si muove insieme al tempo e con esso diventa sempre più grande, capace di accogliere, ascoltare, mettere in connessione, dare risposte e creare impulsi vitali.
La storia dei congressi ha tracciato l’evoluzione della disciplina, dalla cura dei morenti alla precocità, dal solo ambito oncologico a quello delle grandi insufficienze d’organo, dall’abbandono alla presa in carico globale. Ha segnato, questa storia, la definizione di collaborazioni intersocietarie sempre più solide, in una logica di contaminazione reciproca e di confronto. Ha accolto tutte le professionalità da cui si ha trovato a sua volta nutrimento, ha cresciuto generazioni di professionisti e volontari che ne costituiscono l’ossatura.
Questa storia è tutt’ora in corso e intende andare ancora avanti. A Riccione 2023 sono previsti tre giorni di lavori congressuali ricchi delle migliori attualità in ambito multiprofessionale; oltre alla memoria del passato e alla celebrazione del presente, l’attesa è quella dell’incontro con il futuro.
L’obiettivo è di continuare a diffondere i valori che sono alla base di tutte le figure professionali che compongono l’équipe palliativistica; valori fondativi con cui permeare anche le neoistituite scuole di specializzazione in Medicina e Cure Palliative. Perché, seppur complessa, è grande e preziosa l’opportunità di garantire dignità all’umanità più sofferente.
Il futuro ha un cuore antico.
Presidente del Congresso
• Gino Gobber – Presidente SICP
Board di Coordinamento Scientifico
• Marta De Angelis, Michela Guarda, Luciano Orsi